Le Miniere di Montecreto, recentemente riconosciute come Geosito dalla Regione Emilia-Romagna, rappresentano un fascinoso tassello nella storia geologica e umana dell'Appennino Modenese. Queste miniere sono residui della crosta oceanica dell'antico bacino marino della Tetide, risalenti a circa 140-170 milioni di anni fa. Le ofioliti, denominate "Pietre Verdi dell'Appennino" per il loro aspetto, sono ricche di minerali quali quarzo, calcopirite e pirite, particolarmente evidenti nell'area di Ca’ Marsilio. Le due miniere principali, la Miniera di Cà Gabriele e la Miniera di Cà Marsilio, offrono un affascinante sguardo sul passato minerario della regione. La Miniera di Cà Gabriele, estesa per 36 metri, era la più sfruttata del comprensorio, ma ora è parzialmente inaccessibile a causa di crolli e infiltrazioni d'acqua. La Miniera di Cà Marsilio, lunga 115 metri, è meglio conservata e presenta un'abbondante vena cuprifera all'interno della sua massa rocciosa. Situata sotto un insediamento rurale, l'entrata della miniera è accessibile per un tratto, rivelando diverse diramazioni. All'interno, illuminando il soffitto, si può ammirare una ricca vena di rame nella roccia. Vicino alla miniera sono state scoperte tracce di una vecchia fornace metallurgica romana, suggerendo che l'estrazione mineraria potrebbe aver avuto inizio in quel periodo. Durante il Medioevo, nelle vicinanze si trovavano il castello e il borgo di Montecastagnaro, attestati fin dal 1029. Nel corso dei secoli, il castello ha subito diverse distruzioni, sia da parte delle truppe di Modena che di quelle lucchesi, e infine per via di una valanga nel 1429, che ha spinto gli abitanti a lasciare definitivamente l'area. L’attività in questo sito è rimasta silente fino alla seconda guerra mondiale, quando, a causa di sanzioni internazionali, il regime fascista iniziò la ricerca di risorse interne, riaprendo le miniere nel 1939. Tuttavia, l'estrazione si è conclusa nel 1959 per la scarsa resa del minerale. Un altro geosito importante del Comune di Montecreto è il Graben di Acquaria che si trova nell'omonima frazione, nella zona del Monte Penna. Un graben è una depressione geologica formata dalla subsidenza tra due faglie, e nel caso del Monte della Penna, questo graben è caratterizzato da una struttura con doppio fossato. I versanti del Monte Penna sono soggetti a imponenti fenomeni di decompressione laterale e a importanti deformazioni gravitative. Questi processi hanno portato alla segmentazione del monte in più blocchi, che si sono "allontanati" rispettivamente verso est e verso ovest. Tale movimento ha creato una struttura distensiva di tipo graben, caratterizzata da un doppio fossato separato da una parte centrale sollevata, nota come horst. Oggi, le Miniere di Montecreto sono diventate un luogo di interesse storico e geologico, inserite all’interno degli itinerari condotti dalle guide naturalistiche, offrendo ai visitatori l'opportunità di esplorare e conoscere questo importante patrimonio culturale e naturale.