Il Torrente Scoltenna è un corso d'acqua caratteristico dell'Appennino settentrionale. Nasce dall'unione di diversi torrenti minori, il più lungo dei quali è il Rio delle Tagliole, che sgorga dal versante nord del Monte Rondinaio. Dopo aver ricevuto gli emissari del Lago Santo e del Lago Baccio, il Rio delle Tagliole confluisce nel Torrente Scoltenna a sud di Pievepelago. I torrenti e i fiumi dell'Appennino come lo Scoltenna sono spesso luoghi prediletti per attività all'aria aperta come escursioni, pesca, e talvolta sport acquatici come il torrentismo, specie in zone dove il corso d'acqua forma gole o cascate. La bellezza naturale e la varietà del paesaggio rendono questi corsi d'acqua ideali per gli amanti della natura e dell'avventura. Nel suo percorso, tocca i territori di Riolunato, Montecreto, Lama Mocogno e Pavullo nel Frignano, per poi unirsi con il torrente Leo e formare il fiume Panaro. Risalendo lo Scoltenna, sono ben 5 gli antichi ponti che si incontrano: il ponte di Olina a Pavullo, il ponte dei Leoni a Strettara, il ponte della Luna a Riolunato, il ponte della Fola a Pievepelago e infine il ponte della Fola alto o del Diavolo fra San Michele e Fiumalbo. Il Ponte di Olina di Pavullo è un ponte in pietra del XVI secolo, famoso per la sua architettura suggestiva e le leggende che lo circondano. Inizialmente voluto dai Montecuccoli e dal podestà di Sestola, la sua costruzione fu spinta dai signori di Firenze e Lucca, allo scopo di creare un collegamento tra la Toscana e l'Emilia. Il ponte, noto per la sua imponente altezza, collegava un tempo Pian della Valle, tra Pavullo e Acquaria, e Pian del Prugneto, tra Pavullo e Sestola. La sua struttura parabolica, unica per l'epoca, fu progettata per resistere a enormi carichi, senza necessità di colonne di supporto. Come molte altre strutture storiche dell'Appennino, anche il Ponte di Olina è avvolto da storie e leggende. Una delle più note è ambientata all'inizio del XV secolo e racconta di una voce che, nelle notti tempestose e buie, chiede aiuto sul ponte. Si dice sia la voce di un uomo che si è gettato nel fiume durante una tempesta del 1500. Il Ponte dei Leoni, risalente all’inizio del 1700, è uno dei simboli storici di Montecreto. Lungo 117 metri con tre arcate in pietra arenaria, è adornato da quattro statue di leoni, due per lato, che gli fanno da guardia. Queste statue sono riproduzioni fedeli delle originali, che sono invece conservate nel Museo “La Casa dei Leoni di Pietra”. Il ponte ha subito diversi interventi nel corso dei secoli, l'ultimo dei quali risale al 2004, quando è stato restaurato e riaperto, mantenendo i suoi elementi caratteristici, come il selciato in pietra e i parapetti con corrimano di sicurezza. Accanto al ponte si trova la centrale idroelettrica di Strettara costruita tra il 1917 e il 1920. Alimentata dal bacino di Riolunato, la centrale ospita due turbine da 6.000 cavalli a vapore, generando una potenza totale di 6 MW. Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, un’esplosione provocata dai soldati tedeschi danneggiò il tetto della centrale, senza però compromettere gravemente i macchinari. Anche i ponti di Montecreto, compreso il Ponte dei Leoni, furono minati in quel periodo, ma fortunatamente rimasero intatti. Il Ponte della Luna a Riolunato è un'antica struttura che sovrasta il torrente Scoltenna e collega il paese con le frazioni di Groppo, Castellino e Serpiano. Questo ponte medievale è caratterizzato da una semplice arcata a schiena d'asino in pietra. Il ponte è immerso in un suggestivo paesaggio boschivo, offrendo viste panoramiche sul crinale appenninico e sul Monte Cimone. Alla fine del '700, una significativa frana distrusse il ponte originale, causando danni considerevoli al vicino paese di Groppo. Successivamente, il ponte fu ricostruito con materiali più robusti e con elementi architettonici progettati per garantire maggior sicurezza, stabilità e spazio. Il Ponte della Fola situato al confine tra Groppo, frazione di Riolunato, e Pievepelago, è un'antica costruzione di origine romanica e probabilmente costruito nel tardo medioevo, il ponte è caratterizzato da una struttura ad arcate asimmetriche a schiena d’asino, unica nel suo genere in tutta l'Emilia. Il ponte ha sempre rivestito un ruolo cruciale nei traffici tra l'area padana e la Toscana, in particolare verso Lucca e la piana di Pistoia. Il primo documento storico che menziona il ponte risale al 1028, evidenziando la sua lunga storia e importanza. La costruzione del Ponte della Fola è avvolta in mistero e leggenda. Si narra che un frate abbia ingannato i demoni facendogli costruire il ponte, una storia che rispecchia l'ammirazione e il timore degli abitanti locali per una struttura così imponente e tecnicamente avanzata, in un'epoca in cui le conoscenze tecniche romane erano largamente perdute al di fuori dei conventi. Il Ponte della Fola Alto o del Diavolo presenta un’unica arcata e una vertiginosa peculiarità poiché scavalca il fiume da un’altezza considerevole poggiando direttamente sulla roccia della gola scavata nel corso dei secoli dall’acqua del torrente. Guardandolo dal basso il ponte sembra sospeso per via della sua immersione nel verde dei boschi Luoghi immersi nella natura e ricchi di storia dove perdersi facendo passeggiate o ideali per rilassarsi sulle sponde del torrente in estate.